Storia del progetto

La progettazione del GNA è stata avviata a partire dal 2018, in linea con la realizzazione di alcuni dei principali obiettivi statutari dell’ICA:

  • la creazione di un “sistema unico nazionale di messa in rete dei risultati dell’archeologia preventiva”;
  • la standardizzazione della documentazione archeologica;
  • la ricognizione della documentazione pregressa conservata presso gli archivi del MiC e di altri enti di ricerca.

Inizialmente, il progetto ha coinvolto le soprintendenze di tre regioni pilota, Piemonte, Toscana e Puglia, limitando la raccolta ai dati dell’archeologia preventiva; le attività sono state via via estese a tutto il territorio nazionale, e hanno previsto la raccolta di tutta la documentazione d’archivio, indipendentemente dal tipo di indagini.

Si andava così delineando il ruolo e la struttura “onnicomprensiva” del GNA come hub per la raccolta e condivisione di tutti i dati disponibili. Già dal 2019, per l’inserimento dei dati è stato creato un modello apposito, a partire dal MODI dell’ICCD, e costituito in linea generale dai moduli MOPR e MOSI, destinati ad accogliere rispettivamente i dati minimi del progetto dell’opera pubblica e del/dei siti o aree archeologiche individuati nell’area interessata dai lavori.

La raccolta dei dati per il GNA è affidata a un progetto GIS preimpostato (template) elaborato mediante il software open source QGIS, liberamente scaricabile a questo link.

L’avanzare della sperimentazione ha imposto rapidamente nuove priorità, perché è diventata evidente la necessità di smettere di “accumulare pregresso” negli archivi correnti e allo stesso tempo di promuovere e rendere sostenibile nel tempo la raccolta dei dati, garantendo il costante aggiornamento del portale con le nuove acquisizioni. Da qui, deriva la scelta di adattare il progetto GIS preimpostato anche alle nuove acquisizioni/nuove ricerche: dal 2022 lo standard GNA è diventato obbligatorio per l’elaborazione della documentazione relativa alle indagini preliminari nella procedura di verifica preventiva dell’interesse archeologico (VPIA), momento chiave della progettazione delle opere pubbliche e delle procedure definite di “archeologia preventiva”.




IL GEOPORTALE NAZIONALE PER L’ARCHEOLOGIA
in dettaglio

Il progetto Geoportale Nazionale per l’Archeologia (GNA) è nato con l’obiettivo di creare un punto di accesso unico nazionale ai dati minimi delle ricerche archeologiche condotte sul territorio italiano: in primo luogo gli interventi realizzati sotto la direzione scientifica del Ministero della Cultura (archeologia preventiva, scavi in assistenza, rinvenimenti fortuiti e scavi programmati), ma anche i risultati di studi condotti da Università e altri Enti di ricerca, ivi inclusi gli scavi svolti in regime di concessione.

L’obiettivo prioritario del GNA è quello di rendere più semplice ed efficiente la tutela del patrimonio archeologico, attraverso il miglioramento degli strumenti di accesso alle informazioni, che possono essere visualizzate sulla mappa o ricercate a partire da informazioni chiave. Allo stesso tempo, la pubblicazione su un portale pubblico lo renderà un prezioso strumento di conoscenza sia per gli addetti ai lavori, quali ricercatori, professionisti e studenti, che per gli altri utenti della rete.

LA PROGETTAZIONE

La progettazione del Geoportale è stata avviata attraverso la firma di un accordo fra ICA, Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche Italiane (ICCU) e PIN-VastLab-Polo Universitario di Prato il 20 ottobre 2017, ed è stata ulteriormente rafforzata, nell’agosto 2018, dall’approvazione da parte della Commissione UE del progetto AriadnePlus, nell’ambito del quale il GNA costituisce l’esperimento pilota italiano per la realizzazione di un database geografico.

L’idea tradotta nel GNA nasce da lontano, e prende le mosse da una lunga fase di riflessione tecnica e metodologica sulla realizzazione di un’infrastruttura unica nazionale per la realizzazione di un “Sistema Informativo Territoriale Archeologico delle Città Italiane e dei loro territori”, il SITAN, che ha visto i suoi momenti più importanti nell’attività di due commissioni interministeriali, cui hanno preso parte gli attuali  Ministero dell’Università – MUR e Ministero della Cultura – MiC, attive fra il 2007 e il 2010, che hanno gettato le basi teoriche per l’attuazione del progetto.

LA SPERIMENTAZIONE

Per la realizzazione del Geoportale l’ICA si avvale anche della collaborazione del Servizio II della Direzione generale Archeologia, belle arti e paesaggio e dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione (ICCD); la prima fase operativa è stata avviata già nel 2018, con il censimento sperimentale dei dati esito delle indagini archeologiche preventive, conservati presso gli archivi delle soprintendenze di tre regioni pilota:  Piemonte, Toscana e Puglia. L’archeologia preventiva costituisce infatti una delle modalità privilegiate con cui negli ultimi 15 anni sono stati raccolti e sistematizzati in Italia un gran numero di elementi conoscitivi sul territorio, molto spesso inediti, in particolare a partire da ricerche d’archivio e da ricognizioni territoriali. L’importanza di “restituire alla collettività” il grande potenziale informativo di questi dati nasce anche dal fatto che si tratta di studi effettuati in occasione della realizzazione di grandi opere infrastrutturali e finanziati con fondi pubblici.

Al termine di questa prima sperimentazione, le funzionalità e gli strumenti progettati per la raccolta dei dati sono stati adottati da tutte le soprintendenze sul territorio italiano, che hanno avviato la raccolta capillare di tutta la documentazione conservata presso i loro archivi, estendendone l’uso a tutte le altre categorie di indagine archeologica di loro competenza e, conseguentemente, a tutti i dati conservati presso i loro archivi.

L’importanza di un archivio digitale, liberamente accessibile online, dei dati archeologici detenuti dal Ministero della Cultura (MiC) rappresenta un’innovazione fondamentale nel rapporto fra il MiC e i suoi utenti: mai come dopo gli ultimi due anni, a seguito delle limitazioni all’accesso fisico a uffici e archivi, è stata chiara ed evidente agli occhi di tutti l’importanza di poter fruire delle informazioni, seppure nella forma di un dato sintetico,  direttamente in rete.

La fase sperimentale si è chiusa il 10 luglio 2023 con la pubblicazione online del Geoportale Nazionale per l’Archeologia.

Il Geoportale è in continuo aggiornamento e liberamente fruibile a questo link: https://gna.cultura.gov.it/.

 

PER APPROFONDIRE: